"BASTA UNA SERIE DI
NOTE. IL RESTO E' IMPROVVISAZIONE".
JAMES Marshall
Hendrix, nato il 27 Novembre 1942 a Seattle, è stato considerato
all'unanimità il più grande chitarrista elettrico di tutti tempi. Dal suo strumento d'elezione
seppe trarre un'innumerevole quantità
di diversi effetti timbrici, giungendo a suonarlo anche
con i denti , con il gomito o con l' asta del microfono, in modo
coerente al carattere istintivo ed
esibizionistico dei suoi concerti. Frutto di un incrocio fra sangue indiano Cherokee, nero
e messicano,
il geniale musicista visse i suoi
primi anni di vita immerso in una situazione familiare
non delle più felici. Per anni, infatti,
convive con la nonna (un'indiana Cherokee purosangue
che lo porta ancora più vicino alle sue
radici Indiane e ribelli), mentre padre e madre si arrangiano
in mille lavoretti. All'età di soli dodici anni riceve come dono la sua prima chitarra elettrica, chiamata da lui affettuosamente "Al", un piccolo strumento con cui comincia le sue prime
autodidattiche esperienze musicali.
Ma i problemi cominciano da lì a poco. La madre muore quando Jimi ha solo quindici anni,
mentre all'età di sedici viene espulso da scuo-
la,
probabilmente per motivi razziali (ci troviamo
nell'America puri-
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tana
e Maccartista degli anni '50). Di fatto, comincia
a darsi al vagabondaggio, guadagnandosi da vivere
con gruppi di rhythm and blues e di rock'n'roll. Dopo aver prestato servizio militare come paracadutista, a
ventun'anni si inserisce nel giro dei
session - men, ossia di coloro che vengono pagati
a cottimo per le loro |
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prestazioni musicali. Grazie alle sue doti
straordinarie, però, nel giro di poco tempo diventa il chitarrista di
grandi personalità
come Little Richard, Wilson Pickett, Tina Turner e
King
Curtis, alcune delle stelle del firmamento rock dell'epoca. Nel 1965 al
Greenwich Village forma il suo primo complesso stabile, ottenendo un contratto per esibirsi regolarmente. Con una situazione più sicura
alle spalle, ha modo di concentrarsi ancora
di più nello studio della tecnica
esecutiva, in cui arriva a vertici difficilmente
avvicinabili (non tanto per la tecnica in sé, quanto per le capacità raggiunte nel trattamento del suono
o della singola nota: in questo avvicinandosi, seppur intuitivamente,
agli approdi della musica colta del Novecento). L'innovativo stile di Hendrix
nel combinare distorsioni lancinanti, piene di dolore,
ad una pura vena blues ha creato di fatto una nuova
forma musicale, che si avvale di tutta la
tecnologia legata
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allo strumento (dal
finger - picking al wah - wah, dal plettro ai pedali, dal feedback all'effetto Larsen, dai controlli di tono ai
distorsori). Nei suoi brevi quattro anni di "regno",
Jimi Hendrix ampliò il vocabolario della chitarra elettrica rock più di qualsiasi altro. Hendrix era un maestro nel riuscire a tirar
fuori dalla chitarra
suoni mai ascoltati prima di allora; spesso con esperimenti di amplificazione che portavano al limite, se non oltre, le capacità delle attrezzature impiegate. Infine, le sue esibizioni si distinguevano per la selvaggia energia del suo modo di suonare e per l'irresistibile carica sessuale dei suoi atteggiamenti (il tutto, condito abbondantemente da
acidi e sostanze varie).
Ad ogni modo, se non fosse stato per le interessate cure di Chas Chandler,
ex-Animals, manager a New York in cerca di nuovi talenti, forse Hendrix sarebbe
solo uno dei tanti nomi che circolavano nell'ambiente,
oscurati dai giovani talenti bianchi a cui tanta attenzione poneva l'opinione pubblica ed i media in
genere. Chandler lo porta invece con sé a Londra, dove gli procura una sezione ritmica: la nuova band di Jimi, chiamata significativamente "The Jimi Hendrix
Experience" (formata oltre che da Jimi, dal batterista Mitch Mitchell
e dal
bassista Noel Redding), diventa in breve tempo l'argomento di conversazione
principale a Londra nel periodo conclusivo del 1966. Inoltre, il primo singolo dell'Experience,
"Hey Joe", rimane nelle classifiche inglesi per dieci
settimane, raggiungendo la sesta posizione nel tardo 1967. Il
singolo del debutto è velocemente seguito dal |
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lancio dell'LP "Are You Experienced?",
una compilation psichedelica zeppa di inni generazionali. L'LP, non a caso, è
rimasto uno dei più popolari album rock di tutti i tempi, con canzoni immortali quali: "Purple Haze", "The Wind Cries Mary", "Foxy
Lady", "Fire" e "Are You Experienced?".
Nonostante lo schiacciante successo della Hendrix Experience in Inghilterra, fu
solo quando questa,
nel giugno del 1967, tornò in America infiammando
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letteralmente
la folla del Monterey International Pop Festival che divenne la
band più popolare del mondo. Al termine della sua estenuante esibizione (con
una versione demoniaca di "Wild thing"), dopo aver dato fuoco alla
chitarra, Jimi raccolse un'ovazione interminabile. Il successivo LP sfornato
dalla band fu "Axis: Bold As Love", mentre, dopo aver preso il totale
controllo della band e aver trascorso parecchio tempo nella console in studio, nel '68 è la volta di "Electric Ladyland", un capolavoro della storia
del rock (malgrado il
"vero" Jimi Hendrix sia ascoltabile, è bene
ricordarlo, solo attraverso le registrazioni dal vivo).
Ma già nel 1968 comincia il declino fisico, morale e artistico di Hendrix.
Durante tutto quel fatidico anno, le richieste pressanti di concerti e
re-gistrazioni in studio snervano
notevolmente la fibra del gruppo, tanto che nel
1969 l'Experience si scioglie (forse anche sotto
le pressioni del movimento nero delle "Black Panther",
a cui Hendrix aveva aderito,
che disdegnava
l'appartenenza di Hendrix ad un trio composto da bianchi).
Ad agosto trionfa a Woodstock, oltre che con la solita infiammata esibizione, anche con una
versione delirante dell'inno americano ("The Star spangled banner"), uno sberleffo divenuto celeberrimo. Con la sua chitarra Hendrix non si limita a
distorcere la celebre melodia
ma, in linea col pacifismo e le contestazioni
del
tempo, imita il suono di spari e bombardamenti,
ricordando a tutti che era in
corso la tragica guerra del Vietnam. Il 1969 ha inizio con
una nuova collaborazione tra Jimi,Billy Cox e il
batterista Buddy Miles (tutti musicisti neri), i quali danno vita alla
"Band |
Of Gypsys".I tre intraprendono una serie di performance
stellari nei giorni dal 31 Dicembre 1969 e 1°Gennaio 1970. Di questi concerti
vennero effettuate delle registrazioni poi messe sul mercato dalla metà degli
anni '70
in un unico album.
Successivamente, comunque, Jimi ricontatta il batterista Mitch Mitchell e,
insieme al bassista Billy Cox, rimette in piedi la Jimi Hendrix Experience. In
studio il gruppo registra molte tracce per un altro LP,
provvisoriamente
intitolato "First Rays Of The New Rising Sun". Sfortunatamente,
Hendrix non riuscirà a veder pubblicato questo nuovo lavoro:
un mese dopo, infatti, lo ritrovano morto a Londra,
riverso sul letto di una stanza del Samarkand Hotel, soffocato nel proprio vomito per una overdose di barbiturici.
E' il 18 settembre 1970. Da allora è stato un susseguirsi di omaggi alla sua memoria,
ma anche di insinuazioni sulla sua morte, considerata "misteriosa", un
pò come succede a tutte le rockstar scomparse prematuramente. Intorno al patrimonio di Hendrix, com'era prevedibile, si è scatenato un vespaio di beghe legali
e di operazioni speculatrici. Come in vita, anche dopo la morte
il grande chitarrista nero è stato manipolato da impresari senza scrupoli. Hendrix,
infatti, è stato indubbiamente uno degli artisti più sfruttati
dall'industria discografica, che non esitò |
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(e non esita tuttora) a pubblicare tutto ciò che egli aveva suonato. Nessuno sa come si sarebbe evoluta
la stella di Hendrix, né che percorso avrebbe seguito la sua parabola. Stimato da tutti i veri musicisti, poco prima della sua morte circolava la voce
di una sua possibile collaborazione
con un altro genio: Miles Davis. Come scrive il critico Paolo Galori,
l'ultimo Henrix è "un musicista solo e visionario, pronto a volare ancora più in alto, fino a bruciarsi le ali, distrutto dagli eccessi nel disperato
tentativo di non replicare se stesso di fronte a chi gli chiede prove della sua divinità".
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